Grotta di Seiano e Parco archeologico del Pausilypon

Un traforo nel tufo lungo quasi 800 metri, tra l’area di Bagnoli, discesa Coroglio e il vallone della Gaiola. L’imponente ingresso della grotta di Seiano apre una prospettiva affascinante che conduce ad uno degli scenari più poetici di Napoli, a picco sul mare e tra le vestigia della villa del I secolo a. C, il Pausilypon di Publio Vedio Pollione.

Un percorso suggestivo nella penombra, appena rischiarata da cunicoli secondari che portano all’interno della cavità luce ed aria di mare, quella che proviene dalla baia di Trentaremi su cui essi sboccano. La Grotta, costruita da Lucio Cocceioper volontà di Marco Vipsanio Agrippa, amico e genero di Ottaviano Augusto, al fine di facilitare il collegamento tra le ville patrizie di Pausylipon ed i porti di Puteoli e Cuma, costituisce un’altra, ennesima testimonianza della prodigiosa ingegneria romana. Concepita con una sagoma variabile, sia in larghezza che in altezza, la grotta, che deve il suo nome a Lucio Elio Seiano, prefetto di Tiberio, che ne volle l’allargamento e la sistemazione, fu realizzata in pochi mesi, 2000 anni fa. Come per tante costruzioni di epoca romana, il segreto della sua sopravvivenza è non solo nella tecnica utilizzata ma anche nel materiale adoperato. Da anni gli studiosi si sono cimentati nella ricerca del “segreto” del calcestruzzo romano. È stato ipotizzato che fosse la pozzolana, una particolare cenere vulcanica propriamente dell’area di Pozzuoli, l’elemento chiave della resistenza nel tempo delle costruzioni romane. Recentemente, a gennaio 2023, da uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology è emerso che il cemento utilizzato dai romani per costruire strade, acquedotti, porti, gallerie, contiene clasti di calce che si formano attraverso la miscelazione a temperature estreme, elevatissime, di calce viva, acqua e pozzolana. Questo processo conferiva al cemento stesso un’altissima resistenza e la capacità di “autoriparazione“, grazie all’azione dell’acqua, delle fessure createsi nel tempo. Parrebbe quindi svelato l’enigma per cui le opere di ingegneria civile dell’antica Roma hanno resistito così bene nei secoli.

Nel 1841, durante i lavori di realizzazione di una nuova strada, casualmente fu riscoperta la grotta.
Ferdinando II di Borbone, volle che fosse resa nuovamente agibile.
Durante la Seconda guerra mondiale il tunnel divenne rifugio antiaereo per gli abitanti di Bagnoli. Successivamente esso restò completamente abbandonato, fino al 2009, quando è stata riaperto e reso nuovamente percorribile per accedere al Parco Archeologico del Pausilypon. Usciti dalla grotta, attraverso un sentiero tra il tufo giallo napoletano e la vegetazione mediterranea, si arriva alla immensa villa che Publio Vedio Pollione chiamò Pausilypon, dal greco “tregua dagli affanni“. Non si fa fatica a credere che davvero fosse tale tutto il tratto della costa napoletana. Il paesaggio, il clima, la presenza di fonti termali lo resero il luogo ideale per la costruzione delle ville romane dell’otium. E Publio Vedio Pollione, liberto di nascita, era un uomo ricchissimo e un politico molto influente, tant’è che Augusto gli affidò la riorganizzazione economica e amministrativa della ricca provincia dell’Asia. 


Le fonti ne parlano come un uomo di dubbia moralità, sadico, crudele. Cicerone scriveva di lui “numquam vidi hominem nequiorem”, “mai incontrai uomo più iniquo” e Seneca nel “De ira” racconta che durante una cena nella sua villa, alla presenza dell’Imperatore, solo per aver fatto cadere un calice, un servo di Pollione stava per essere gettato in pasto alle murene allevate nelle peschiere della villa. Intervenne lo stesso Augusto ad impedire quel supplizio e a redarguire così Pollione: “si calix tuus fractus est, viscera hominis distrahentur? Tantum tibi placebis ut ibi aliquem duci iubeas ubi Caesar est?” “Se si rompe il tuo calice, le viscere di un uomo devono essere lacerate? Sei tanto compiaciuto di te stesso da pronunciare una condanna a morte, là dove è presente l’imperatore?”.
Amante smodato del lusso, nella sua enorme tenuta fece costruire un “odeion” dedicato alle esibizioni di rapsodi, poeti ed oratori, nonché a pubbliche letture, un anfiteatro con tredici ordini di sedili nella prima cavea e sei in quella media per una capienza complessiva di duemila posti, un “ninfeo” corredato di vasche, varie sale di rappresentanza sontuosamente decorate da marmi. Inglobato nella vegetazione e armonicamente inserito nei terrazzamenti del promontorio doveva esserci un grande complesso termale. Verso il mare erano ubicate le strutture marittime, come il porto, le terme inferiori e le peschiere, oggi sotto il livello del mare e tutelate dall‘Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola.
Alla sua morte, nel 15 a.C., Pollione lasciò i suoi beni ad Ottaviano Augusto che, abbattuta la magnifica villa sul colle Esquilino per erigere il “Portico di Livia”, dedicato a sua moglie, tenne per sé la Villa del Pausilypon, ordinandone l’ampliamento e il restauro per renderlo confacente al prestigio e alla sontuosita’ di residenza imperiale. Da anni il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola onlus, d’intesa con la Soprintendenza Archeologica, svolge attività di studio, ricerca, divulgazione e valorizzazione turistico-culturale dell’area del Parco Archeologico del Pausilypon e del Parco Sommerso della Gaiola.

Le visite guidate sono accuratamente effettuate dalla stessa Onlus che propone anche eventi culturali ed iniziative didattico-formative. Le attività di ricerca e scavo proseguono tuttora perché il parco archeologico non ha ancora finito di svelare tutto il suo passato. Di recente, infatti, uno scavo condotto dalll’archeologo Marco Giglio dell’Università Orientale con la concessione del Ministero della Cultura e in accordo con la Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio del Comune di Napoli, ha fatto riaffiorare un pavimento a mosaico rimasto nascosto per duemila anni sotto le terme, probabilmente risalente all’età tardo repubblicana o augustea.
La storia, la natura, la terra, il tufo giallo napoletano e il mare, ciò che rende il parco archeologico del Pausilypon un posto unico al mondo.

Qui di seguito, per notizie e approfondimenti, tutti i riferimenti del Parco Archeologico del Pausilypon, del Parco Sommerso di Gaiola e del Centro Studi  Interdisciplinari Gaiola:

https://www.facebook.com/parcopausilypon

https://www.facebook.com/parcosommersogaiola/

https://www.facebook.com/CSIGaiola

Per info e prenotazioni:👇

 www.gaiola.org/pausilypon

Scritto da:

Picture of Marialaura D'amore

Marialaura D'amore

Laureata in giurisprudenza, lavora nel settore pubblico e nutre un grande amore per l’arte, la storia, le architetture, i musei e i panorami di Napoli, che fotografa nelle sue passeggiate.

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