Camminare nel mare, nella storia di Napoli, è un’esperienza unica. Prospettive straordinarie ed inconsuete al cospetto del Vesuvio. Il molo San Vincenzo, a pochi passi dalla stazione marittima in Via Acton. Una storia lunga che parte dal 1268, in epoca angioina, quando si iniziò la costruzione di una torre militare sull’isolotto posto dinanzi a Castel Nuovo, dove sorgeva una piccola Chiesa di proprietà del Monastero di San Vincenzo.
In epoca aragonese fu realizzato il famoso braccio Alfonsino, sul quale si erge il faro, la lanterna del porto, luce dei naviganti, vedetta del mare, vittima e superstite di incendi, guerre e bombardamenti che hanno colpito la città.
Nel 1596, quando l’isolotto fu unito alla terraferma, per volere del Viceré Conte di Olivares furono affidati al grande Domenico Fontana i progetti di ampliamento del molo. Solo in epoca borbonica i disegni del Fontana furono finalmente portati a compimento e il molo divenne sede della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, simbolo della potenza navale borbonica. Alla sua estremità è posizionata la statua di San Gennaro, che benedice chi va e chi viene, che protegge dal Vesuvio e dal mare. Pare che proprio da qui, alla fine dell’800, partissero per l’America gli emigranti napoletani in cerca di un futuro che restituisse loro la speranza di una vita migliore.
Oggi, il molo San Vincenzo, accessibile solo con visita guidata, è al centro di un importante progetto:realizzare una passeggiata aperta a tutti, un corridoio in mezzo al golfo di Napoli, nella sua storia gloriosa…per restituire alla città quel che è suo…e non vediamo l’ora!