La passeggiata nella storia che via S.Maria di Costantinopoli regala, dall’omonima Chiesa, quasi all’angolo di Via Foria, fino alle mura greche di Piazza Bellini, è scandita dal susseguirsi di palazzi storici, dalle facciate imponenti, che esprimono tutta la grandezza delle famiglie che li hanno abitati. In piperno, sei pilastri sormontati da capitelli ionici, un timpano spezzato con a lato le sculture della Magnanimità e della Liberalità, sulle finestre i busti di re spagnoli ad onorare la corona spagnola, simboli, ornamenti e al centro lo stemma del casato. È il Palazzo Firrao, risalente alla metà del ‘500. Nel 600 appartenne a Cesare Firrao, portolano maggiore di Napoli, per volere di questi rimaneggiato per adeguarlo ai gusti del tempo, probabilmente su disegni di Cosimo Fanzago. Ai tempi di Masaniello, a salvare il palazzo dalla distruzione dei rivoltosi fu, per intercessione del Cardinale Filomarino, proprio la presenza sulla facciata del busto di Carlo V che nel 1517 aveva riconosciuto al popolo il privilegio di una rappresentanza uguale a quella dei nobili e una equa ripartizione delle tasse tra le diverse classi sociali. Con il matrimonio dell’ultima discendente dei Firrao, Livia, il palazzo passò ai Sanseverino di Bisignano. Per molti anni il Palazzo Firrao è stato sede dell’Acquedotto (all’epoca Aman, poi Arin) e qualcuno ricorda l’acqua fresca del Serino che si poteva bere dalla fontana in fondo allo stupendo cortile.
Nel 2020 proprio il cortile del palazzo è stato impreziosito dall’installazione di un cancello ornamentale in ferro e vetro colorato fuso, opera di Mimmo Paladino. Durante la pandemia il cortile del Palazzo Firrao si è trasformato in teatro di corte, ospitando per due edizioni rappresentazioni teatrali e musicali degli artisti più importanti della scena partenopea e nazionale.
