Un’altra Spaccanapoli. Dal Corso Vittorio Emanuele, la strada più lunga di Napoli, una scalinata prospettica costeggia il parco dei Quartieri Spagnoli, guarda i tetti della città vecchia, interrotti all’orizzonte dai grattacieli del Centro Direzionale, le cupole delle chiese del centro storico, il verde inconfondibile del tetto di Santa Chiara. E mentre si vedono salire e scendere i vagoni della funicolare, il Vesuvio sulla destra accompagna la discesa che conduce verso Montesanto. Da qui si gode di un panorama eccezionale, diverso dalla cartolina “abituale” di Napoli. Balze in pietra lavica e, a vederla da Montesanto, una facciata in tufo giallo che la chiude, precedendo le due rampe piu ripide che sboccano al Corso, di fronte alla stazione della funicolare. La scalinata fu realizzata nel 1869 per volontà di Gaetano Filangieri, principe di Satriano, il fondatore del Museo Civico ospitato nel rinascimentale Palazzo Como a Via Duomo, nonché nipote del Gaetano Filangieri giurista, autore de “La Scienza della Legislazione”. Proprio su questa gradinata è stata girata nel 1961 la scena de “Il giudizio universale” diretto dal grande De Sica sulla sceneggiatura di Zavattini. Una folla festosa e scomposta, dopo aver scampato il diluvio che ha sferzato tutta la città e con essa le coscienze umane, corre giù per le gradinate per tornare alle sue miserie e alle sue malefatte (la scala visibile dal minuto 85).
La riqualificazione della scala monumentale, in parte curata da Associazioni di coordinamento per il recupero scale di Napoli, di cui fa parte proprio qui “Quartiere Intelligente”, è l’obiettivo del progetto “Città Verticale” del Comune di Napoli. Un progetto che mira a recuperare i percorsi storici pedonali tra la collina e il mare e a valorizzare le scale di Napoli, che sono parte integrante dell’identità della città, non solo come percorsi di mobilità sostenibile, ma anche come spazi di socialità e cultura. È la Napoli obliqua che va preservata.