
Elegante, vitale, sede di stupendi palazzi nobiliari, il salotto di Napoli. In epoca greca via Chiaia era il letto delle acque che scendevano dal Monte Echia, da dove sgorgava l’acqua “suffregna”. Divenne una strada in età romana, la “Via per i Campi Flegrei“ e con gli aragonesi, la via per la playa (da cui “Chiaia”), perché conduceva alla spiaggia dei napoletani, l’attuale riviera di Chiaia, all’epoca lambita dal mare. Ma via Chiaia era fuori dalle mura della città antica, ne era divisa da una enorme porta, secoli dopo abbattuta da Ferdinando I di Borbone. Divisa in due da un maestoso ponte costruito nel 600 per collegare la collina di Pizzofalcone con quella nota come “delle Mortelle”, un arco di trionfo cui fu dato nell’800 aspetto neoclassico, arricchendone le facciate con decorazioni a stucco di Tito Angelini, Gennaro Cali e Tommaso Arnaud. Una passeggiata bellissima che termina nel tratto alberato, assai suggestivo, dove gli occhi pieni della meraviglia che Palazzo Cellamare regala, si proiettano verso un altro capolavoro, la stupenda Piazza dei Martiri.