Una gemma incastonata sul costone tufaceo tra Via Posillipo e Via Petrarca, una villa di rara bellezza e grande prestigio, nella sua imponente eleganza neoclassica, Villa Doria d’Angri appartiene al patrimonio immobiliare dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope ed è una sede di incomparabile bellezza, deputata ad accogliere congressi, eventi di rilievo nazionale e internazionale e corsi di alta formazione. Un tempo appartenuta al Principe Marcantonio Doria d’Angri, era pervenuta alla nobile famiglia genovese nel 1592 per donazione di Vittoria Carafa.

La “masseria di Posillipo” era una vasta tenuta affacciata sul golfo che, dall’alto della sua privilegiata posizione, degradava fino al mare su terrazzamenti di ulivi e alberi da frutto. Fu Bartolomeo Grasso a conferirle la forgia neoclassica di ascendenza palladiana con la quale si presenta in tutta la sua raffinata imponenza. All’architetto e ingegnere di ponti, strade e palazzi, si deve anche la teoria di rampe a tornanti che costeggiano il banco tufaceo che da Via Posillipo porta alla parte alta della Villa su Via Petrarca. Dal mare si eleva sulla roccia come un tempio incorniciato dalle colonne ioniche del tetrastilo aggettante che, attraverso una doppia rampa di gradini, conduce all’ampia terrazza. Da qui il panorama è pieno e libero su tutto il golfo di Napoli, dal Vesuvio al Capo di Posillipo, toccando il Palazzo Donn’Anna e la spiaggia che lo costeggia e di fronte la linea dell’orizzonte si interrompe con l’isola di Capri. Una visione di accecante bellezza.



Dopo la morte del Principe Marcantonio Doria la villa venne ceduta in fitto e, successivamente, nel 1857, venduta alla nobile inglese Ellinor Giovanna Susanna Maitland. Passò poi alle suore di Santa Dorotea prima di essere acquisita al patrimonio dell’Università Parthenope.
Non c’è angolo di questo paradiso che non stupisca. Dalla bizzarra Pagoda ottagonale, uno scherzo architettonico del Francesconi, già impegnato nel Palazzo Doria d’Angri a Piazza Sette settembre (su cui https://www.ilrisvegliodiparthenope.it/palazzo-doria-dangri/), che si sviluppa su uno dei tornanti, adibita a sala da tè, al monumentale ingresso tetrastilo, simmetrico a quello affacciato sul mare e sormontato da un bassorilievo che raffigura scene mitologiche tratte dal mito di Apollo e Marsia. Dall’ingresso si apre una prospettiva a mo’ di “cannocchiale ottico” di reminiscenza vanvitelliana che, attraverso le aperture delle varie sale che scandiscono la profondità dell’edificio, va dritta sull’orizzonte blu del mare. Gli interni di singolare raffinatezza sono opera di Giglielmo Bechi, lo stesso architetto del magnifico palazzo Ruffo della Scaletta alla Riviera di Chiaia, tappa de Il Risveglio di Parthenope



(https://www.facebook.com/share/p/1HHNqqcMMr/). Stucchi, marmi, maioliche, specchi decorano le sale della villa. Da ogni finestra si gode un panorama incantevole.Splendida la galleria sormontata da una volta decorata con candidi stucchi con cassettoni e conchiglie e al centro un compluvium, ispirato alle ville di Pompei ed Ercolano. Da essa si accede alla sala più “eccentrica” della Villa, nota come Sala Wagner. Una lapide sullo stipite della porta che ne costituisce l’accesso ricorda che a Villa Doria Richard Wagner visse per diversi mesi. È proprio qui che il genio musicale scrisse il libro autobiografico “La mia vita” e completo’ il suo ultimo dramma musicale: Parsifal.
Colori sgargianti che si riflettono in un gioco di specchi tra il rosso pompeiano, il verde, gli ori e gli stucchi bianchi a rilievo che raffigurano angeli e puttini, una giostra cromatica di gusto orientale, un’orchestra onirica che si colora delle note di blu intenso del mare che prorompe dalle aperture della sala. I giardini che circondano la villa, i terrazzi pensili si trasformano in estate in un palcoscenico straordinario sul golfo di Napoli per ospitare eventi e rassegne musicali organizzate dall’Ateneo nell’ambito della Terza Missione. Di fronte all’ingresso dell’edificio monumentale la pregevole cappella, oggi sconsacrata, fatta costruire dalle suore dell’Istituto Santa Dorotea, come ricorda una lastra di marmo al suo interno. Splendida nel suo soffitto decorato a cassettoni, ospita un gruppo scultoreo nell’abside, un pregevole altare e sculture in marmo di Carrara di maestranze locali. Ma tra le meraviglie di Villa Doria d’Angri si annovera anche una preziosa testimonianza dell’arte del modellismo navale che contempla una rilevante collezione di modelli statici di navi e parti di imbarcazioni mercantili e militari, strumenti nautici e attrezzature marittime: il Museo Navale. Le sue sale sono un viaggio nella storia della cultura marinara che rievoca anche una pagina della storia di un Ateneo che ha nel suo legame con il mare le sue radici piu antiche, come Istituto Universitario Navale.



Inserita tra i luoghi del Cuore FAI, alle cui iniziative partecipa da anni, Villa Doria con il suo Museo Navale è nell’elenco dei siti FAI che possono essere votati fino al 10 aprile sulla piattaforma dedicata:
https://fondoambiente.it/luoghi/villa-doria-d-angri.
Villa Doria d’Angri è un capolavoro di eleganza immerso in un’oasi di silenzio, a Posillipo, dove si calmano gli affanni, una sintesi perfetta di arte, storia e natura che l’Istituzione universitaria che ne è proprietaria, a cui orgogliosamente appartengo come dipendente, ha saputo valorizzare nel tempo, consentendone la fruizione alla comunità territoriale. Punta di diamante del prestigioso patrimonio culturale e architettonico dell’Università Parthenope, con il suo Museo Navale, Villa Doria d’Angri e’, infatti, non più appannaggio del solo mondo accademico, ma patrimonio “aperto” alla città, veicolo di crescita culturale del territorio, nell’ambito delle iniziative organizzate in sinergia con il Comune di Napoli, come il Maggio dei monumenti, nelle giornate di apertura promosse con il Fondo Ambiente Italiano, nonché mediante visite guidate e gratuite, subordinate esclusivamente alla prenotazione da effettuarsi sulla pagina appositamente dedicata
https://villadoria.uniparthenope.it/



















